DI COSA PARLA IL LIBRO
Il nostro gruppo che ha una storia fatta di tradizioni, tramandate di padre in figlio, si propone di recuperare e trasmettere anche alle nuove generazioni le tradizioni popolari che hanno accompagnato la vita dei nostri avi, facendole conoscere anche ai più piccoli.
Attraverso questa raccolta di brani, frutto di un attento lavoro di ricerca, vogliamo far rivivere i ricordi dei nostri nonni, recuperando i canti rituali di questua della cultura orale marchigiana, in particolare del territorio nel quale viviamo, contribuendo ad una nuova “rinascenza” e alla rivitalizzazione e diffusione di queste nostre prestigiose tradizioni. Il libro intende creare delle condizioni fertili per la ripresa delle tradizioni e degli usi locali e quindi una riscoperta delle nostre radici e della nostra cultura, riportando in primo piano la nostra storia e le nostre tradizioni che di sovente sono state messe ai margini e dimenticate. Attraverso quest’opera, intrisa di passione per le tradizioni e amore verso la propria terra, intendiamo far rivivere il messaggio della danza, della musica, dell’espressione popolare dell’anima marchigiana e rilanciare avanti questa eredità verso i più giovani per diffonderla fra i contemporanei. Questo libro annoda passato e presente, continua la tradizione, legando le radici della storia con l’oggi in un ruolo che guarda avanti, con l’auspicio che le nuove generazioni possano continuare a tenere vii i sentimenti e l’anima di questo nostro Paese.
Oramai gli antichi riti della nostra tradizione popolare, come la quasi totalità della cultura orale marchigiana, vanno inesorabilmente scomparendo, a causa delle profonde trasformazioni della società ed in particolare della polverizzazione della civiltà contadina. Essi sopravvivono in larga parte solo nella nostra memoria, senza più alcun riscontro nella pratica attuale. Nel corso di questi anni di attività, attraverso il nostro decennale lavoro di ricerca abbiamo contribuito a promuovere, valorizzare e mantenere vive le tradizioni popolari marchigiane al fine di ritrovare quelle dignità e voglia “perdute”, riprendere e ritrasmettere le nostre tradizioni delle quali ormai ci si “vergognava”.
Oggi riproporre i canti tradizionali di una volta è un momento importantissimo per ricostruire alcuni momenti sociali e per cercare fare la storia della nostra famiglia colonica marchigiana. Siamo convinti che questa tradizione non si deve perdere. Nonostante la totale disattenzione dei media, il feroce condizionamento ed appiattimento della nostra civiltà, senza più memoria, senza più identità, senza più storia, né futuro, siamo convinti che qualcosa ancora resiste tenacemente.
CLAUDIO SCOCCO
Fin da piccolo eredita dal padre la passione per la musica. All’età di 10 anni impara a suonare la fisarmonica e all’età di 13 anni, l’organetto, avendo come maestro suo padre Franco, uno dei più grandi suonatori di organetto del maceratese. Ha fatto parte negli anni ’70 – ’80 del rinomato, ma ormai estinto, gruppo folk “Val di Chienti” di Montecosaro Scalo, insieme al padre, uno dei fondatori. Qui oltre a suonare l’organetto, suona il tamburello e impara a ballare il saltarello e gli altri balli popolari che poi tramanderà alla figlia Monia Scocco, con la quale fonda nel 2007 il gruppo folkloristico “Li Matti de Montecò”, di cui è attualmente presidente. Nel 2015 ha ricevuto a Ravenna il prestigiosissimo riconoscimento di “Padre del Folklore: persona benemerita delle Marche”, premio consegnatogli dal Presidente Nazionale, sottolineando la preziosa opera in favore del recupero e della promozione della cultura locale, che porta avanti da oltre trent’anni con entusiamo, competenza e dedizione.
MONIA SCOCCO
Inizia a ballare il saltarello all’età di 10 anni, ereditando prima dal nonno e poi dal padre la passione per le tradizioni popolari. Dal 2007 è l’insegnante di ballo del gruppo, oltre ad essere cantante e suonatrice di organetto. Da sempre impegnata nella diffusione, riscoperta e valorizzazione della tradizione musicale e folclorica marchigiana tra le nuove generazioni, nel gennaio 2018 ha ricevuto a Messina il prestigioso riconoscimento V.I.C.T. (Valore Identificato Cultura Tradizionale) per la migliore esecuzione di brano musicale con strumento tradizionale, l’organetto, esibendosi con il tipico strumento musicale marchigiano, l’organetto, in un saltarello cantato. Il premio le è stato conferito dalla IOV ITALIA, ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DI ARTI POPOLARI, in occasione della Rassegna Nazionale di Musica Popolare. Attualmente è vice presidente della F.I.T.P. Federazione Italiana Tradizioni Popolari della regione Marche, da diversi anni, in collaborazione con Miriam Marzetti, realizza progetti nelle scuole d’infanzia, scuole primarie di vari paesi della zona (Montecosaro, Porto Potenza Picena, Montelupone, Potenza Picena, Sant’Elpidio a Mare, Montegranaro, Loreto, Civitanova Marche…) con l’obiettivo di diffondere, riscoprire e valorizzare la tradizione musicale popolare marchigiana, attraverso l’insegnamento di canti e balli popolari della nostra terra.
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