Gruppo Folkloristico

LA STORIA

                          

                            MONTECOSARO

 

           un borgo ricco di storia e religione

 

 

 

 

 Visitare Montecòsaro… (e per carità non dite mai Montecosàro, che sarete subito identificati come “forestieri”!) è come degustare un borgo antico, piacevole e raccolto, alla scoperta di bellezze artistiche e architettoniche di notevole suggestione e grande pregio.

 

La cittadina è in Provincia di Macerata, a una manciata di chilometri dal bel Mare Adriatico e per secoli fu sotto il dominio dello Stato Pontificio. Durante il Medioevo, fu in lotta con i confinanti eterni rivali di Civitanova Marche e nel 1552, assieme a questa, divenne feudo della nobile famiglia romana dei Cesarini e fece parte del loro Ducato fino al 1817.

 

Il centro storico di Montecosaro, in collina, conserva l’aspetto tipico di Castello altomedievale con torri di difesa e d’avvistamento lungo le mura del ‘300, ancora ben leggibile l’impianto urbanistico risalente al ‘600. Di origine picena, i primi documenti relativi all’insediamento risalgono al 936 e testimoniano lo sviluppo del nucleo urbano attorno alla Pieve di San Lorenzo. Punta avanzata e fortificata della Fermo Longobarda e poi della Marca Pontificia, fu insignito nel 1255 da Alessandro IV del titolo di: Monte fedele, per le sue prove di attaccamento alla Santa Sede.Montecosaro fu sede del Pretore e Tribunale di giustizia a cui i Goti distrussero l’abitato in una crudele strage.

Nel nucleo storico di Montecosaro, la parte alta del Comune, si trovano le antiche mura che ne hanno segnato la storia nel corso dei secoli: la cinta è ben conservata, ma delle antiche porte rimane solo Porta San Lorenzo. Fuori le mura è da segnalare la Chiesa di San Rocco: sorta per sciogliere un voto durante una pestilenza, sembra sia stata poi anche usata come lazzaretto per la quarantena.

     

                                   Chiesa di San Rocco

 

Nel visitare la città, tappa imperdibile è il panoramico Giardino del Cassero ed i poveri ruderi della vecchia fortezza. Il Cassero” punto più alto del paese, oggi parco urbano, un tempo imponente fortezza, nasconde anche nella nomenclatura origini, storia e natura ben diverse da quelle cui l’uso attuale l’ha destinato. Da qui è possibile ammirare suggestivi tramonti sui Monti Sibillini che donano una dimensione surreale a tutti i luoghi intorno e regalano intense emozioni a chi osserva la natura che si lascia così scoprire.

Da quì, discendendo per la stradina verso la piazza, si incontra l’imponente e maestoso CAM il “Complesso Agostiniano Montecosaro”, oggi Palazzo Comunale. Il Monastero e la Chiesa, entrambi di epoca medievale, testimoniano il lungo cammino di Montecosaro nella storia. Una bellezza e armonia che fanno pensare all’intervento di qualche illustre architetto. Materiali di pregio, il Chiostro diviso in tre ordini. All’interno del Palazzo, è custodito un sarcofago romano del II – III secolo e nella chiesa si può ammirare uno splendido “Callido”, organo di fine ‘700 e la “Santa Croce” reliquario d’arte barbarico-bizantina, in argento dorato con incastonate nei bracci reliquie di Santi.

Nella centrale piazza Trieste troviamo la Collegiata di San Lorenzo (ex pieve altomedioevale, l’edificio di culto più antico della città) e il Palazzo Ducale dei Cesarini, teatro nel 1568 dell’uccisione di Dario Attendolo da Bagnocavallo e del suo giovane figlio Francesco, barbaramente linciati durante una rivolta soffocata poi nel sangue.

Da visitare – per chi è alla ricerca di cose rare e ricercate – la Collezione Sergio Graziosi, raffinata Pinacoteca di arte antica e moderna, e la Biblioteca Comunale,ospitate nell’attuale sede del Comune, ex Convento agostiniano. Percorrendone lo scalone ci si imbatte inaspettatamente nel sarcofago romano del giovane cavaliere Marco Acuzio Acuziano e risalente al II secolo dopo Cristo, che richiama inevitabilmente l’attenzione del passante, quasi a cercare, oggi come allora, di vincere l’oblio del tempo col ricordo dei posteri!

Appartiene quasi certamente al periodo medievale il Teatro delle Logge, che si trova in piazza, che subì una trasformazione nell’ottocento, perdendo ogni traccia dell’originaria struttura. Nel 1568, dalle sue grate penzolarono Enea Galizia e gli altri dodici cospiratori, impiccati in seguito al fallimento della rivolta contro i Cesarini. 

 

      Giardini “Il cassero”                         

 

 
Oggi Montecosaro comprende due nuclei urbani, il centro storico in collina e Borgo Stazione, ricco di attività industriali e commerciali. Nella frazione di Montecosaro Scalo, a valle, vicino al fiume Chienti, si innalza improvvisamente e maestosamente la bellissima Chiesa Romanica di Santa Maria a Piè di Chienti o l’Annunziata, di prima del Mille e meta di numerosi visitatori.

      

                                                         Chiesa di Santa maria a Piè di Chienti

 

L’interno è a tre navate, con due piani sovrapposti e un’ampia abside; al piano terra troviamo un pittoresco deambulatorio (corridoio posto intorno al coro e all’abside) ed al piano rialzato una seconda chiesa, che accoglie il pellegrino che si stupisce della struttura che evoca un profonda ed antica spiritualità. Un tempo era interamente ricoperta da coloratissimi affreschi, la cosiddetta Biblia pauperum (Bibbia dei poveri). Ora, purtroppo, solo le strette finestre con sottili lastre di alabastro, con la loro luce soffusa al tramonto, richiamano le suggestioni del tempo che fu, facendoci quasi sentire i canti gregoriani e l’odore dell’incens odi un tempo.

 Costituisce  uno degli esempi più tipici dell’architettura cluniacense nelle Marche ed in Italia. I primi dati storici certi risalgono al 936 d.c. e le curiosità sulle leggende legate alla Chiesa sono più di una. Si racconta che ne prese il nome dell’Annunziata, grazie all’indulgenza di un papa che fu gettato e sepolto in un pozzo del monastero, risorto dopo tre giorni, da questo evento, il buon auspicio della festa dell’Annunziata che si festeggia il 25 marzo con una processione per le vie adornate da fiori di carta.